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MA FIno A quando… 26 marzo Auditorium Casalinuovo

 

E qualcuno storcerà il naso, immagino, a sentire che questo spettacolo parlerà di mafia.

E ne parla in modo cattivo, senza concedere sconti, perché

senza pietà è da estirpare questa erba maligna!

 

Ora non vogliamo scendere nel populismo e nella banalità, anche perché lo spettacolo è esattamente il contrario di questo. E’ un inno alla speranza, alla nostra forza, al nostro perseverare; e cosi come spesso perseveriamo nelle cose brutte, a volte (spesso) perseveriamo anche nella cose belle.

Un paese, una regione, un lembo di terra meraviglioso come il nostro dimostra ancora una tale forza che resistere a questa piaga immemorabile è solo la parte più superficiale della nostra perseveranza.

 

A volte, purtroppo, pare che la mafia scompaia. Non se ne sente più parlare, non la temiamo più. Ed è quello il momento in cui bisogna averne più paura, perché la mafia esiste e persiste, anche se non ce ne accorgiamo.

 

Lo spettacolo di domenica 26 Marzo 207, alle ore 18,30, è stato scritto oltre 30 anni fa: io ero piccolissimo e ricordo che, insieme all’autore e regista Nino Gemelli, c’era come sempre gran parte della mia famiglia, teatrale e reale.

In particolare vi era Diana De Francesco, ricordata da tutti per la parte straordinaria che interpretava, una mamma cui unica ucciso il figlio, giornalista. Ho scoperto da poco che questa scena fu ispirata dall’omicidio del giornalista Giuseppe Fava, ucciso mentre scendeva dalla sua Renault 5 per recarsi a teatro. Che casualità, scoprirlo a pochi giorni dallo spettacolo!

Giuseppe_Fava

Giuseppe Fava

E il caso che vuole che la magistratura di allora fosse molto superficiale su questo caso: il sindaco di Catania dell’epoca, addirittura, ribadiva che la mafia nella città non esistesse.

Ecco qual è il vero scopo dello spettacolo, ecco qual è il senso della scelta di questa messa in scena. Riportare alla luce ricordi frammentari, raccontare la storia di vittime di mafia meno conosciute, meno note, meno gloriose di tante altre che hanno fatto davvero la storia della lotta alla mafia, persone che meritano comunque di essere ricordate e ringraziate per quello che hanno fatto.

 

Inoltre significa ricordare chi siamo noi, i calabresi. Un popolo che ha dentro di sé tutto quello che serve per fare bene, che si perde, poi, dietro le chiacchiere clientelari e servilistiche della società di oggi, ma attraverso le parole del nonno che perde la nipotina rapita, le parole del fidanzato cui muore la ragazza per overdose, le parole delle “tre madri” davanti il cadavere del giornalista, attraverso le loro parole di rabbia, di incredulità, di sgomento e di speranza, dobbiamo trovare la forza di reagire e soprattutto di non dimenticare. Mai.

 

Locandina MA FIno A quando

Ma passiamo allo spettacolo vero e proprio: è un insieme di 4 quadri e un monologo, uno spettacolo fisico, mimico, corporeo, fatto di luci, suoni e tanta energia, tanta emozione. La stessa emozione che gli attori provano mentre recitano le loro parti.

 

Ho chiesto ad ognuno di loro di dare tutto, perché all’interno della scena si parla di noi, di come siamo e di come potremmo essere e devo dire che ognuno ha messo anima e corpo in questa rappresentazione.

 

Una scenografia in bianco e nero, cosi come in bianco e nero saranno vestiti gli attori con delle maschere, in alcuni casina voler rappresentare l’anonimato, il silenzio, l’omertà.Un momento dello spettacolo

Ma ci saranno anche i bambini che, oggi come non mai, rappresentano la speranza per il nostro e per il loro futuro.

I bambini oggi con i loro colori, con la forza della loro innocenza, rappresentano la speranza della nostra terra!

Normalmente io invito tutti ai nostri spettacoli, tessendone le lodi, ricamando sulla comicità e sul ritmo: qui io dico che non è uno spettacolo per tutti, non tutti sono disponibili a venire a teatro e riflettere per un’ora o poco più, sul loro modo di vivere.

Ma è un modo per tornare ad essere calabresi, nel vero senso del termine, e anche un pò cittadini del mondo.

 

Già, perché è successo un altro fatto strano: 4 ragazzi egiziani, del Cairo, si sono avvicinati alla nostra compagnia teatrale con la voglia di recitare. Avevano fatto qualche piccola parte in Egitto, qualcuno anche un film, ma hanno tantissima voglia di fare teatro. E sentire loro parlare in dialetto catanzarese, animati da una forza motrice particolare, sarà un’altra esperienza fantastica.

 

Si parla tanto di contaminazione, di integrazione, di universalità, di globalizzazione: questo spettacolo, nel suo piccolo, nel suo intento di voler raccontare una storia delle nostre parti, ha cercato di unire “pezzi” distanti anni luce l’uno dall’altro che, amalgamati tutti insieme, hanno creato un connubio meraviglioso.

 

Ora, cosa devi fare?

Devi chiamare il 320/2516302 e risponde Roberto Malta. A lui devi solo dire quanti biglietti vuoi.

Lo chiami e gli dici: “100 capelli, voglio 2 biglietti!”

 

Se lo fai e gli lasci una nuova email, ti regaliamo un biglietto in più!

Quindi chiama Roberto, digli quella frase e una NUOVA mail, e il Teatro Incanto ti regala il terzo biglietto.

 

Se invece vuoi acquistare i biglietti in modo tradizionale, sono in prevendita al Bar del Comunale, il Gianduiotto, oppure al Cinema Teatro Comunale stesso.

Da una settimana circa abbiamo una nuova, straordinaria amica in segreteria: si chiama Carmen, ed è presente tutti i pomeriggi dalle 17,00 alle 20,45. Se vuoi parlare con lei, che ha molti più capelli di Roberto, puoi chiamarla allo 0961/741241.

Ancora puoi scriverci su Facebook, alle pagine Teatro Incanto eXperience, su Linkedin, su Twitter, su WhatsApp, un’email a info@associazioneincanto.it

 

Insomma i modi per contattarci sono tantissimi e non vediamo l’ora di sentirti, di vederti, vogliamo che tu partecipi a questo spettacolo da spettatore, da protagonista, che nel teatro è la stessa cosa.

 

Domenica 26 Marzo 2017, ore 18,30 – Auditorium Casalinuovo Catanzaro.

 

Ora cerca di non inventare altre scuse. Staccati da quel maledetto divano domenicale e vieni con noi. Ti farà bene…

 

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