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Non esistono piccole parti e grandi parti ma piccoli attori e grandi attori!

Sicuramente lo hai sentito dire anche tu:

Ho solo una piccola parte…

Ho pochissime battute…

No, non sono il protagonista.

 

Nella mia esperienza da “regista“, la preoccupazione più grande degli attori è sempre quella di avere una parte adeguata alle loro capacità (o da loro presunte tali).

Addirittura ci sono attori che contano le battute, che esaminano il numero delle parole, quelle dei compagni di scena, al fine di capire se il regista ha valutato bene o male la scelta delle parti.

 

Ne hai mai visto uno? Hai mai parlato con uno di loro?

Di solito sono quegli attori che hanno sempre qualcosa da dire, sempre, qualcosa che non gli sta bene, sempre, qualcosa che non capiscono, quasi mai!

Ti racconto 2 episodi che mi sono capitati di recente, uno diverso dall’altro ma che comunque rendono bene il senso di quello che voglio dirti.

 

Un’attrice molto molto giovane a tutti i costi voleva avere la parte da protagonista perché secondo lei la meritava più di ogni altra; ha insistito fino all’ultimo, fino a quando ho capito che sarebbe stato un grandissimo errore darle quella parte che tanto desiderava.

Poi un attore che mi confessa di essere in difficoltà perché la sua parte è piccolissima.

 

Per entrambi la risposta è stata la stessa.

Non esistono piccole parti e grandi parti ma piccoli attori e grandi attori!

 

Alla giovane attrice ho risposto in modo molto duro, perché a teatro e speriamo solo lì, non può esistere la democrazia.

E’ un mondo in cui ci si deve affidare totalmente a chi ti dirige, che può chiederti cose assurde e tu, se ti fidi, le fai senza chiederti perché, le fai e basta, fosse l’ultima cosa della vita: perché ti fidi!

Solo sul palcoscenico questa cosa può accadere e nemmeno su tutti i palcoscenici, purtroppo!

 

Ci sono attori e attori, cosi come ci sono registi e registi!

 

Solo su qualche palco, dunque, è possibile avere fiducia e affidarsi totalmente al regista e ai propri compagni di viaggio.

 

All’attore che mi diceva che la sua parte era piccolissima, invece, ho spiegato l’immenso  valore di ogni singola parte: non è necessario avere una grande parte per essere un grande attore, spesso nelle parti più brevi ci sono talmente tanti particolari da valorizzare e da apprezzare, talmente tanti dettagli, che noti la bravura, il talento e la dedizione dell’attore.

 

Tanti e tanti anni fa, facevo una piccolissima parte nella commedia “‘A scacammi n’atra” di Nino Gemelli: interpretavo la parte di un marchesino innamorato di una ragazza povera. Lui faceva parte di una famiglia nobile e ovviamente i genitori non erano propensi alle nozze tra i due giovani. Non era una parte molto lunga: entravo nel secondo atto e uscivo poco dopo la metà.

Ricordo bene le prove con il capo Gemelli: a lui inizialmente non piaceva la “normalità” con cui interpretavo il marchesino e si mise d’impegno per fare emergere da quel personaggio le migliori caratteristiche di quel giovane attore. Il marchesino De Profundis divenne un personaggio straordinariamente comico e, come spesso accade, il primo di cui ci si ricordava alla fine della commedia!image1

In ogni commedia, dramma, tragedia esistono protagonisti e coprotagonisti, antagonisti e comparse, comico e spalla! Non è possibile essere sempre protagonista, come non è possibile avere sempre e solo un ruolo comico o drammatico.

Tutto dipende dal tempo: il tempo trascorso sul palco, il tempo che scorre più o meno velocemente e che ci fa crescere, diventare degli attori migliori e in grado di interpretare diverse emozioni.

Esattamente come nella vita di tutti i giorni, in cui bisognerebbe imparare a rispettare i propri tempi e i tempi degli altri, il proprio ruolo e il ruolo degli altri, questo avviene nel teatro, vera scuola di vita e palestra per ogni attore che voglia crescere innanzi tutto come persona.

Ecco perché per quanto mi riguarda preferisco recitare con attori che non vedono lo spettacolo finale come la parte più importante del loro percorso, piuttosto afforontano il percorso sapendo che quella è la parte più importante del loro Fare Teatro.

Non vi è cosa più bella che vedere la crescita degli attori giovani, i cambiamenti dopo i seminari di lavoro intensivo, le performances che diventano più efficaci dopo qualche anno di laboratorio e che portano gli attori a recitare bene tutti insieme, a tempo, con precisione metronomica e felici di essere affiatati.

Spesso invece, specie nelle compagnie amatoriali, c’è il primo attore che è bravissimo e gli altri che arrancano, che ci provano ma non riescono ad essere al passo del protagonista.

Il teatro è un luogo in cui si sta insieme agli altri, fosse anche un attore e uno spettatore, certamente non si può fare da soli.

Il teatro non si può fare da soli!

Ora, se hai voglia anche tu di crescere come attore e di frequentare una realtà che ti sconvolgerà per quanto amore mette nel suo modo di Fare Teatro,  iscriviti alla nostra newsletter, cliccando su contatti, in alto a destra e innamorati del Teatro Incanto di Catanzaro. Non solo Teatro.

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