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    QUESTI FANTASMI!

       Quando il teatro dialettale, diventa universale.

 

Di Eduardo avrete letto tanto, tantissimo.

Di Pasquale Lojacono, immagino, un po’ meno.

 

Eppure è uno dei miei personaggi preferiti

(qualcuno dirà chissenefrega!),

forse perché uno dei più veri: un eroe con tantissimi talloni d’Achille, con tante debolezze, così come piaceva realizzarli al “Direttore”, proprio per renderli più credibili.

 

La storia nasce da un episodio vero, realmente vissuto da Eduardo, che aveva conosciuto un uomo di mezza età che si occupava di magia e che per dimostrarlo, diceva che ogni giorno, rientrando a casa dalla propria moglie, incontrava un fantasma che usciva di casa, che lo salutava e se ne andava (!).

 

E probabilmente sta qui la grandezza dell’autore, capace di costruire, da un racconto brevissimo, una serie di incastri misurati chirurgicamente, laddove l’assurdo diventa normalità e il casuale diventa strategico, sotto ogni punto di vista.

 

Un esempio per tutti: i “fantasmi” che appaiono verso la fine del secondo atto, si incastrano perfettamente con la storia di Rodriguez Los De Rios che il portiere Raffaele racconta all’inizio del primo atto, causando il terrore in Pasquale per il quale, fino alla fine, non si saprà se ci fa o ci è, quindi se non vede o se finge di non vedere.

 

La differenza non è da poco: Pasquale infatti sta fingendo di non vedere, o non vede veramente, il tradimento della moglie Maria con un uomo generoso e benestante, che a fronte della “cecità” di Pasquale, gli fornisce tutti i soldi per tirare su una pensione di tutto rispetto, dentro un appartamento di 18 stanze che Lojacono ha ottenuto gratuitamente, in quanto probabilmente infestata dai fantasmi.

 

I personaggi, in questa commedia che rasenta la perfezione assoluta, per trama e modalità di costruzione degli intrecci, vengono definiti come “anime”. Due anime su tutte: Raffaele il portiere, è un’anima nera, e il professore Sant’Anna, un simpatico dirimpettaio che tutto sa e tutto vede, che nella scena non comparirà mai (sarà protagonista dei famosi dialoghi con Pasquale, ma il pubblico non lo vedrà) definito anima utile, ma non compare mai!

 

È sicuramente l’opera più bella che ho osato dirigere: potevo solo rovinarla, tanto è grande la meraviglia di quest’opera straordinaria. Ho cercato di non scalfirla, di proteggerla, tutelando anche la musica che il linguaggio napoletano porta con sé, conducendoci direttamente nei luoghi in cui il “munaciello”, operava liberamente.

 

Qui c’è un piccolo estratto.

 

Sei interessato a vedere tutta la commedia? Scrivi una mail o commenta qui e ci riusciremo,  con il nostro Teatro Forum (un luogo unico in cui attori, amici sconosciuti  e allievi del Teatro Incanto si incontrano per vedere proiezioni di Teatro e discutere di Teatro) oppure con la nostra prossima replica di una delle commedie più famose del mondo.

 

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