Il regista è come un pittore: se riesce a comunicare attraverso i suoi quadri, indipendentemente dalle tecniche che usa, allora è un bravo pittore!
Con queste parole, il regista Alessandro Grande, vincitore del David di Donatello per il miglior cortometraggio, presenta il suo lavoro da regista, parlando a un gruppo entusiasta e felice di ascoltare le parole di questo straordinario ragazzo catanzarese.
Al Cinema Teatro Comunale si parla di arte, di tecnica, di emozioni e di poesia, si parla del lavoro del regista, cinematografico, certo, ma il regista è colui che coordina e unisce tutti i settori della troupe o della compagnia teatrale e questo non cambia, sia che tu faccia la regia a teatro sia che tu possa essere regista di cinema.
Alessandro Grande è un ragazzo che fa della semplicità la sua vera forza, preparato e appassionato, spiega a tutti che le idee sono la parte più importante ed è necessario che, soprattutto inizialmente, siano semplici. Un ragazzo che dentro di sé ha un mondo e lo riesce a raccontare in modo affascinante e soprattutto in maniera molto chiara, mettendosi al pari degli altri, anche quando si tratta di ragazzi che non hanno ancora nessuna esperienza ma che hanno tanta voglia di imparare e di conoscere.
Al Comunale, martedì 27, sono stati trasmessi i suoi cortometraggi, “In my prison”, “Margerita” e “Bismillah” il corto vincitore dell’ultimo David di Donatello, portando la Calabria e Catanzaro in un posto di prestigio nel cinema italiano emergente.
Poi, sabato 31 marzo, il giorno prima di Pasqua, l’incontro con Alessandro, una Master Class, così come le chiamiamo oggi, ma soprattutto una discussione meravigliosa su come si può fare la regia senza arrabbiarsi, senza infuriarsi, senza essere scorretti e senza creare nervosismi nei confronti degli attori.
Vuole sfatare il mito dei registi tiranni: lui dice espressamente che si rivolge ai suoi attori parlando loro sottovoce, in modo da non metterli in soggezione di fronte al resto della troupe o della compagnia, dimostrando verso gli attori sempre il massimo rispetto, di persone prima che ancora di professionisti.
Altro ruolo fondamentale è la musica, che deve essere utilizzata come se avesse un ruolo, come se fosse un attore, senza usi spropositati ed evidenziando particolari momenti. Oggi anche il silenzio ha una sua componente fondamentale e bisogna intervenire musicalmente se è il caso di raccontare un momento particolare.
I suoni fanno la vera differenza in un film. Il sound designer è un ruolo tra i più importanti.
Uno spettacolo: un vero spettacolo conoscere quest’artista, che unisce alla bellezza delle emozioni anche una continua ricerca tecnica e un miglioramento che punta a creare opere d’arte, non semplici corti!
Il “corto” non è altro che un film di 15 minuti!
Questa è, ancora una volta, la Catanzaro che ci piace raccontare!