La metà delle persone che recita, ha un’attrazione fatale per la fine della battuta. Non vede l’ora di finire, probabilmente perché pensa che arrivando prima alla fine, ha svolto meglio il proprio compito.
La prima di mille riflessioni, questa del Maestro Mauro Avogadro, una vita di Teatro con la T maiuscola, trascorsa al fianco di Luca Ronconi, “Il mio Maestro Ronconi” lo definisce ogni volta che parla di lui, ma anche dei più grandi attori italiani.
Avevo appena finito di recitare, ero in camerino in accappatoio, e ho sentito bussare alla porta: apro e vedo una figura alta, elegante, da sola. Era Vittorio Gassman che si voleva complimentare con me… Capirete come mi sono sentito…
Una miriade infinita di aneddoti, non per il semplice gusto di raccontare, ma per spiegare, anche con esempi concreti, come il teatro sia soprattutto osservazione, imitazione, assimilazione. Rubare i caratteri, le peculiarità, le camminate (da cui, dice, spesso può nascere un personaggio). E poi studio, studio, studio, lettura dei testi e analisi al microscopio di ogni singola parola.
Le letture a tavolino possono durare anche 15 giorni (sono ormai uno dei pochissimi che lo fa) ma in questo modo quando si sale sul palco abbiamo tutti perfettamente in mente ciò che possiamo fare, sappiamo tutti chi siamo.
Quando frequenti un seminario del genere, non sai mai cosa può accadere.
Un workshop di 5 giorni, CINQUE!, nato dall’idea di Gianvito Casadonte e della Fondazione Politeama, organizzatori dell’evento e di tante altre iniziative che sono state poi presentate,
A volte il fascino del mito, dell’insegnante del Piccolo Teatro di Milano, uno dei teatri più importanti d’Europa, può metterti in soggezione.
Le scuole di teatro che sono presenti si stanno confrontando con un grandissimo uomo di teatro, che oltre al valore immenso della parola, sta illustrando con infinita umiltà e semplicità il valore dei silenzi, delle pause, delle intonazioni meno comuni.
E’ una continua scoperta, una danza tra le sillabe delle parole, sugli accenti della frase, sulle intenzioni della voce. E’ anche un incontro con i grandi del Teatro e della Letteratura, che sembra di vedere davanti a te ogni volta che Avogadro ne parla: Gigi (Luigi Pirandello), Giacomino (Leopardi), Ibsen, Shakespeare scorrono davanti i nostri occhi con la familiarità di un amico che li conosce molto bene, che ama parlare di loro e che riprendono vita attraverso le loro parole!
Recitare è difficile! Recitare male, è facilissimo: il difficile è recitare bene!
E noi? Le scuole di teatro? Gli “attori” catanzaresi?
Siamo tanti qui presenti: attori esperti, attori giovani, giovanissimi allievi alle prime armi, tutti a dissetarci di buon Teatro.
E Mauro Avogadro tratta tutti allo stesso modo, ponendosi sullo stesso piano di chi approccia oggi a recitare o di chi già insegna da tanti anni: anche questa, una lezione per tutti.
Ci confrontiamo tra di noi? Può darsi…
Ci confrontiamo con un Grande Maestro? Senza alcun dubbio.
Ma soprattutto, quando si frequenta un seminario del genere, ti confronti con te stesso, con tutto quello che sei e con quello che vorresti essere.
Ti vedi in modo diverso dal solito, perché, grazie alla guida di un insegnante di questo calibro, riesci a conoscere e affrontare i tuoi limiti, hai una mano per superarli e chissà, per affrontarne di nuovi.
Una meraviglia, un onore e una immensa fonte di arricchimento.