“Non si devono mai dare le spalle al pubblico!”
Quante volte hai sentito dire che gli attori non devono mai dare le spalle al pubblico? Infinite, vero?
“L’attore, per recitare bene, non deve MAI dare le spalle al pubblico”.
“Nessun regista chiederà mai ad un attore di recitare di spalle”.
Sembra tutto normale, non è così? Allora perché, secondo quello che insegniamo al TeatroLAB, questa è una grande sciocchezza?
Perché è una falsa credenza e, come tale, deve essere distrutta in quanto crea dei mostri mitologici, metà uomini e metà gamberi, che non riescono a camminare normalmente solo perché non devono dare le spalle ai loro spettatori.
E vedi cose che non vorresti mai vedere…
E, parafrasando dai testi di scuola guida, possiamo dire che mai e sempre in teatro non esistono!
Tutti gli allievi, tutti nessuno escluso, la prima volta che salgono sul palcoscenico hanno questo tipo di blocco mentale e non riescono assolutamente a capire che quella di non dare le spalle al pubblico è solo una consuetudine, spiegata agli attori le prime volte per fare capire che il volto deve essere rivolto al pubblico.
In effetti puoi avere il miglior “cozzetto” della storia (il cozzetto è la denominazione dialettale della nuca, nota per gli italiani colti) ma, in ogni caso, l’espressione del viso è certamente fondamentale.
Però è anche vero che quando cammini e devi tornare indietro, in qualche modo devi comunque girare le spalle e camminare nella direzione opposta al pubblico e qui cominciano i guai.
Perché l’attore alle primissime armi, ma ti assicuro che a volte ho visto anche attori che si definiscono esperti, cominciano a fare i famosi passettini all’indietro, sempre rimanendo frontali al pubblico, realizzando quello che io ho definito “il passo del gambero”.
“Il passo del gambero” è esattamente quella straordinaria coreografia in cui tu spettatore vedi chiaramente l’attore che dovrebbe tornare indietro ma che, per paura di dare le spalle altrimenti il regista lo distrugge, compie una specie di moonwalker privo di qualunque significato, nella speranza di raggiungere al più presto la sua agognata destinazione.
E comincia a sudare, le pupille si dilatano, diventa rosso come un semaforo e, finalmente, raggiunge la sua posizione.
Ora, per quanto si possa essere pazienti nei confronti di chi commette questo errore le prime volte sul palco, meno pazienti si deve essere quando vedi uno spettacolo di compagnie che si definiscono esperte e riscontri che gli attori compiono “il passo del gambero” in modo quasi scientifico, denotando uno straordinario imbarazzo e facendo capire al pubblico che in quel momento non sanno proprio che fare.
E se cerchi su internet, è pieno di manuali che dicono che l’attore non deve mai dare le spalle al pubblico e capisco che questo possa generare un po’ di confusione: in effetti, la cosa più difficile sul palco è proprio quella di essere naturali, di muoversi con disinvoltura perché il palcoscenico in sé, essere sopraelevati, essere illuminati mentre intorno a te è tutto buio, genera molto imbarazzo e non ti consente di essere naturale. Però è anche vero che è proprio per questo che un buon insegnante dovrebbe spiegarti che sul palco, ovviamente in base al tipo di teatro che rappresenti, ci si può muovere come nella vita di tutti i giorni e quindi non è sbagliato, camminando o muovendosi, dare le spalle per qualche frazione di secondo.
Importante, ad esempio, è NON recitare un intero monologo di spalle, ma anche in questo caso può dipendere dalle scelte del regista che magari ha pensato, per quella particolare frase, di creare un effetto specifico, in cui l’attore deve dare completamente le spalle.
C’è un esempio cinematografico ma va bene lo stesso che spiega molto bene quello che sto dicendo: nel film “The Fun”, l’ immenso Robert De Niro si trova durante una partita di baseball e si vede ripreso di spalle sugli schermi dello stadio. Beh, il movimento delle spalle di De Niro che si riconosce negli schermi è semplicemente da antologia e ti invito a vederlo per capire cosa intendo quando dico che è possibile anche recitare dando le spalle al pubblico.
Diverso, molto diverso, è utilizzare la tecnica del recitare “di 3/4”, in cui gli sguardi degli attori si devono incontrare in una linea diagonale e che se vorrai affronteremo in un altro articolo del blog, perché merita un capitolo a parte.
Ancora più importante, secondo me, con una frase un po’ paradossale se vogliamo, è NON RECITARE AFFATTO, nel senso di avere un tipo di recitazione naturalistica, difficilissima da ottenere, in cui gli attori appaiano come nella vita vera, come se le battute non fossero declamate come un testo imparato a memoria, ma come parole che vengono espresse naturalmente, come nella vita di tutti i giorni.
Recitare per non recitare, un esercizio molto complicato ma che porta dei frutti straordinari.
Ripeto, questo dipende molto dal tipo di teatro che si fa, nel teatro classico ad esempio questo è molto complicato, così come nelle commedie musicali e non deve essere confuso con la recitazione improvvisata, d’istinto, di getto che, se realizzata durante gli spettacoli, è quanto di più letale ci possa essere.
È uno dei motivi per cui è stata riformata la commedia dell’arte perché gli attori improvvisavano le battute senza un testo scritto, basandosi unicamente su un canovaccio, e spesso cadevano nella volgarità e nella ripetitività.
Quindi, allievi attori, quando camminate sul palcoscenico così come nella vita, imparate a farlo in modo naturale, camminate in avanti come ci hanno insegnato i nostri genitori, evitate il famoso “passo del gambero” e tutto apparirà più semplice ed estremamente più elegante.
Che ne pensi? Hai avuto anche tu modo di vedere il famoso “passo del gambero” durante una commedia? Raccontami la tua esperienza in un commento, potremmo parlarne approfonditamente (mi rivolgo anche agli allievi del TeatroLAB, ma non solo, non temete.)
Ci vediamo nella prossima puntata di questa rubrica “Distruggiamo le false credenze” quando esamineremo un altro must di tutti gli allievi attori, l’apertura delle mani stile “Madonna del Carmine”.
Beh, credo che il peggior nemico di un attore, sia il copione, e gli stereotipi, non ti permettono di essere naturale, e non reciti dal vero… Per quanto Riguarda il monologo, di spalle, mi avete fatto riflettere…
Il ruolo dell’attore è proprio quello di reinterpretare il copione, di renderlo suo e di farlo nel modo più naturale possibile. La difficoltà sta proprio in questo, ecco perché nessuno potrà mai recitare una parte allo stesso modo di un altro, perché ognuno di noi è unico e realizza la sua interpretazione in modo assolutamente irripetibile.
Ti ringrazio per il commento, aspetto altri feedback!