In pochissime parole: La commedia più bella del mondo. E parlo di commedia, ma mi sembra quasi di sminuire l’opera meravigliosa di uno dei più grandi uomini di Teatro di tutti i tempi, Eduardo de Filippo, per tutti Eduardo. E basta.
Nata come atto unico, nel 1930 al Teatro Kursaal di Napoli venne rappresentato solo quello che oggi è il secondo atto della commedia. Eduardo poi scrisse il primo e, infine, il terzo atto, con una chiusura straordinaria che ancora oggi, dopo 86 anni dalla sua prima rappresentazione, fa venire i brividi ed emoziona sia il pubblico che gli attori in scena.Eduardo stesso parlò di opera trigemina, con una gravidanza di 4 anni.
Un capolavoro, che oggi il Teatro Incanto mette in scena in una sua versione rischiosissima, con una scenografia pressocché inesistente per dare all’opera tutto il valore del testo e delle azioni in scena.
Non abbiamo voluto stravolgere il testo: le inflessioni napoletane rimangono e la sua straordinaria musicalità deve trasportare lo spettatore in un bellissimo viaggio nel tempo, attraverso i suoni, gli odori e gli oggetti, che hanno reso immensa questa commedia.
Qualche anno fa rappresentammo anche noi solo il secondo atto, inserendo gli attori in un bellissimo presepe di cartapesta di cui potete vedere ancora qualche foto.Album foto Natale in casa Cupiello
Oggi il presepe lo dovremo immaginare, lo dovremo vedere davanti ai nostri occhi e dire a chi ci sta a fianco: “Te piace ‘o presepio?”
7 Febbraio 2016 ore 18,30 Auditorium Casalinuovo Catanzaro
“Natale in casa Cupiello” di Eduardo, con
Elisa Condello
Francesco Passafaro
Francesco Battaglia
Stefano Perricelli
Francesca Guerra
Roberto Malta
Valentina La Gamba
Michele Grillone
Rossella Rotella
Alessia Valia
Ines Rubino
Antonio Paonessa
Antonio Nappa
Mariella Caligiuri
Pedro Josè MauroLuci Sergio Passafaro
Scenografia DiMaGriRò ConPà!
Musiche M° Fraimac
Molti di voi mi hanno chiesto perché abbia scelto questa immagine per rappresentare la commedia del 7 febbraio “Natale in casa Cupiello”.
L’immagine ritrae Niculino, marito tradito, il quale vede la moglie Ninuccia difendere il proprio amante da una sicura aggressione. Beh, se non fosse per questo episodio, la commedia sarebbe “solo” la storia di Luca Cupiello, che tenta di creare il presepe più bello di tutti gli altri presepi e che si scontra con il figlio che, per orgoglio, afferma di non amare il presepe.
Invece la commedia, che non a caso è stata scritta da uno degli autori teatrali più grandi sempre, Eduardo De Filippo, è si la storia di Luca che va visto non come un semplice costruttore di presepi, ma come un uomo convinto di vivere una splendida realtà, fatta di normali contrasti, di affetti familiari che in effetti non esistono, particolarmente sicuro di vivere in una famiglia in cui ognuno, e lui sopra tutti, è perfettamente realizzato, con la figlia che ha sposato un uomo che la adora, con il figlio che si sta costruendo un futuro e la moglie che bada, felicemente, alla casa.Nel terzo atto, scritto solo dopo 4 anni dalla prima messa in scena della commedia, Luca si scontrerà con la terribile verità e con tutti i suoi fantasmi.
Ecco perché Natale in casa Cupiello è una commedia straordinaria e forse oggi è la storia di molti di noi, che viviamo una realtà offuscata da quello che noi pensiamo. Quanti di noi si sentono realizzati o, più semplicemente, pensano di esserlo?Spero tantissimi, ma probabilmente molti non si pongono nemmeno la domanda, troppo presi da impegni, notifiche, riunioni, gruppi virtuali e partite domenicali.
Questo è il bello del teatro, laddove un testo è scritto in modo straordinario, perché ci permette di vedere noi stessi sul palcoscenico, che ci muoviamo e parliamo proprio come faremmo nella nostra vita di tutti i giorni.
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Inoltre ho rispettato un concetto, secondo me, fondamentale: la regia può occuparsi delle immagini, delle luci, senza alcun dubbio del ritmo, ma deve rimanere invisibile. L’interpretazione spetta agli attori, che “re- citano” il testo scritto dall’autore e mettono la loro voce, il loro modo di pronunciare le parole, Il loro corpo e i loro movimenti.
Non bisogna “dire la parte” agli attori e far si che loro la copino (anche se registi moooolto più esperti di me, lo fanno!), perché non ci sarebbe nulla di personale in un più semplice copia-incolla.
Sono contrario, infine, a quella che, specie nel teatro amatoriale, è conosciuta come “regia di gruppo”.La regia è una questione delicata e, pur ascoltando i vari pareri che esprimono gli attori quando si vive una commedia, sono sicuro che la condotta dell’intero spettacolo dipenda dalla visione del regista, più o meno ispirata.
Ma proprio stavolta sono venute fuori delle splendide individualità che mi dimostrano che il Teatro è, SEMPRE E COMUNQUE, uno splendido lavoro di gruppo.
Michele mi mostra ancor prima che glieli chieda i disegni della scenografia, vista dall’alto e con visione prospettica.
Stefano, collaboratore del veterano Sergio Passafaro, realizza il piano luci e propone le sue idee su determinati “piazzati”.
Rossella trova ogni oggetto necessario e indispensabile alla messa in scena ed Elisa provvede a recuperare i vestiti per tutti, nel nostro fornitissimo reparto costumi.
Roberto… Beh, Roberto è Roberto e c’è poco da dire per uno che riesce a rintracciare letti in ferro battuto o lavabi con bacinella e brocca adattissimi allo scopo.
Tutti, nessuno escluso, hanno dato il loro fondamentale apporto alla realizzazione dello spettacolo, da Valentina con il suo napoletano naturale, a Francesca che per prima impara la parte a memoria e si getta a capofitto nello studio del personaggio, fino a Pedro, ultimo arrivato e straordinariamente dedito a seguire tutti i consigli.
Insomma, è una commedia che non dovresti perderti, se hai un minimo interesse verso il teatro e soprattutto se non sei mai stato a vedere uno spettacolo, perché questo è l’esempio perfetto di come una commedia possa divertire raccontando una storia meravigliosa.