Ciao Francesco. Non uso Facebook, ma ci tengo a condividere la mia esperienza del TeatroLAB
Fare teatro era una di quelle cose per cui mi ero sempre detta “Ma si, lo farò quando sarò più grande. Ora non ho tempo, devo concentrarmi sugli studi”.
Beh, arrivata alla veneranda età di ventisei anni, totalmente insoddisfatta e disillusa dalla vita (l’essere tragica è uno dei miei tanti pregi), ho deciso che forse era giunta l’ora di provarci, di provare a fare quel qualcosa che non avevo mai fatto.
Ciò che mi terrorizzava di più erano il confronto, la competizione, il giudizio degli altri, fattori che chi ha messo piede in una scuola di danza classica, anche solo una volta, conosce bene. Niente di più lontano dalla realtà del TeatroLAB.
“2 ore fuori dal mondo”. 2 ore dove le ansie, le preoccupazioni, la rabbia quotidiane entrano in modalità stand-by.
Fin dal primo incontro ho capito di trovarmi nel posto giusto, nel posto in cui avrei potuto finalmente abbassare le difese, dove finalmente avrei potuto affidarmi e fidarmi degli altri, non solo dei miei meravigliosi insegnanti ma anche dei miei compagni, tanto da riscoprire emozioni sotterrate da tempo.
A chi lo consiglierei?
A chi sente la necessità di provare a fare qualcosa di nuovo e di mettersi in gioco; a chi sente il bisogno di fare qualcosa per se stessə; a chi, per mille motivi, nella vita di tutti i giorni è costrettə indossare un’armatura impenetrabile, diventando inaccessibile agli altri; a chi sente la necessità di condividere la propria energia, le proprie emozioni; ai timidi che al solo pensiero di ricevere l’attenzione altrui iniziano a sudare freddo, ma che finalmente vogliono uscire fuori dal proprio guscio; a chi, sentendosi costrettə a dover partecipare a un’eterna corsa per non sentirsi fallitə, vuole rallentare e darsi tempo; a chi vuole concedersi, forse per la prima volta nella propria vita, l’opportunità di sbagliare senza autogiudicarsi.
Parola d’ordine: STICAZZI.