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Sweet Speaking: piccoli consigli per migliorare il tuo modo di comunicare.

Creare variazioni con la voce

 

Per mantenere viva l’attenzione del “pubblico”, inteso come qualsiasi gruppo di persone che ci sta ascoltando, fosse una riunione, un esame, una conversazione tra amici, dobbiamo creare variazioni con la nostra voce. 

Se abbiamo sempre lo stesso tono di voce, se utilizziamo sempre lo stesso volume, il discorso sarà prevedibile e la capacità d’attenzione degli astanti sarà messa a dura prova. 

I primi parametri che possiamo variare, ce ne sono tanti e li vedremo volta per volta, sono il tono e il volume. Variare il tono della voce, significa cambiare la frequenza con cui parliamo, cambiando dal basso verso l’alto e viceversa. 

Il tono può variare indipendentemente dal volume e serve proprio a evidenziare e sottolineare le diverse parti del nostro discorso. 

 

È un po’ come utilizzare una partitura musicale all’interno della quale, se utilizziamo sempre e solo la stessa nota, avremo una sensazione di noia e di prevedibilità; se siamo in grado di cambiare, l’attenzione e la curiosità del nostro pubblico saranno sempre deste. 

 

Il volume, invece, regola l’intensità delle nostre parole e può andare dal pianissimo al fortissimo, sempre nel tentativo di rafforzare determinati concetti e di mantenere vivo l’interesse del nostro pubblico. 

 

Durante una conferenza o una lezione universitaria, quante volte avrai sentito il relatore o il professore spiegare i suoi concetti benissimo ma sempre con lo stesso volume? Troppo spesso, purtroppo, e questo fa si che ci si distragga facilmente, perdendosi in altri pensieri e facilitati dal nostro smartphone, che è sempre lì a ricordarci che c’è una buona occasione per pensare ad altro. 

 

Prova a variare il tuo volume, in modo controintuitivo se tu abbassi il tuo volume in modo importante durante una conversazione, quella parte del discorso sarà ancora più valorizzata. 

 

Non è solo una questione di volume alto, anzi. Se tu mantieni sempre un volume altro durante il tuo discorso o la tua conversazione, allora tutto il discorso perderà di significato, ma se tu crei variazioni e provi ad abbassare il tuo volume proprio nel punto più importante, allora quella specifica parte potrà essere maggiormente ricordata, perché è stata diversa da tutte le altre. 

 

 

 

Capita, inoltre, che durante un discorso improvvisato, ci si perda in discorsi troppo lunghi e senza un apparente significato. 

 

Quando ci chiamano a parlare in pubblico all’improvviso, senza un’adeguata preparazione del nostro discorso, i pensieri si affollano, l’emozione gioca dei brutti scherzi, cominciamo a respirare male, aumenta la tensione e spesso alla fine del discorso pensiamo: “Ma perché ho parlato così velocemente?”, “E’ incredibile, non riuscivo a smettere di parlare”, “Sono andato completamente fuori tema”, oppure ci blocchiamo, non riusciamo ad andare avanti e abbiamo un imponente “buco nero” davanti i nostri occhi. 

 

 

 

Intanto, la prima regola fondamentale è quella di respirare. Può sembrare banale ma, anche se respiriamo circa 20.000 volte al giorno, quando siamo chiamati a parlare davanti a un pubblico, dimentichiamo di respirare, iniziamo a parlare senza sosta e risultiamo assolutamente poco chiari e intellegibili.

 

 

Secondariamente, andiamo troppo veloci: capita spesso durante gli esami quando, per dimostrare di avere studiato e di conoscere la materia, parliamo a raffica e non diamo il tempo al nostro interlocutore di assimilare i nostri concetti. 

Infine, quando improvvisiamo un discorso senza averlo preparato, non abbiamo una struttura, e questo crea confusione prima in noi e poi nel nostro pubblico. 

 

 

C’è un modo molto pratico e semplice da imparare per improvvisare ogni tuo discorso: utilizzando questa tecnica, prima come esercizio e poi durante il tuo discorso, riuscirai ad avere sempre chiara davanti a te una “mappa”, che ti consentirà di non sbagliare strada e di condurre il tuo discorso verso la tua meta. 

 

 

Il metodo si chiama PRES (o PREP) e consiste nella esplicitazione di 4 step: Point, Reason, Example, Summary (o di nuovo Point). 

 

 

POINT: 

Quando sei chiamato a improvvisare un discorso su un determinato tema, esprimi in modo chiaro e coinciso il tuo punto di vista. Respira, sistema i tuoi pensieri, spiega quello che hai da dire in merito all’argomento richiesto. 

REASON: 

Spiega in modo chiaro perché la pensi in quel modo, quali sono le cause che hanno generato il tuo punto di vista, descrivi i motivi che ti portano ad avere quella posizione in merito. 

EXAMPLE: 

Fai un esempio, cerca di essere più semplice possibile, in modo che tutti i presenti possano capire senza fraintendimenti quello che stai dicendo. 

SUMMARY (o POINT): 

Riepiloga quanto hai detto, torna al tuo punto di vista iniziale, ripeti il concetto in modo ancora più semplice e assicurati che sia stato chiaro per tutti. 

 

 

 

Terminati questi 4 punti puoi passare alla conclusione del tuo discorso, che non dovrà essere “Beh, ho finito”, o ancora peggio “Grazie per l’attenzione” che è paragonabile in quanto a utilità alla frase che ti senti dire a Natale “Tanti auguri a te e in famiglia”, che viene dimenticata un secondo dopo averla sentita.

 

 

La nostra conclusione sarà un invito all’azione, “visita il mio sito”, oppure sarà una domanda volta a far partecipare il pubblico, a farlo riflettere, oppure ancora sarà la ripetizione di una citazione che avevamo inserito all’interno del nostro discorso. 

 

 

 

 

Prova questo metodo quando sarai chiamato a improvvisare e non dimenticare di respirare, variare il tono e il volume della tua voce. 

 

Avrai risultati inimmaginabili in tempi molto molto brevi. 

 

 

 

 

 

Non mi credi? E fai bene, perché non basta credere, bisogna agire. Prova! 

 

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